Percorso d’intervento clinico
sul paziente tabagista

Livello 5. INFORMARE E PROMUOVERE LA CESSAZIONE DEL FUMO

  • Informare in modo personalizzato sui rischi causati dall’esposizione al fumo, sul livello di dipendenza da nicotina e sui benefici ottenibili con la cessazione del fumo.
  • Promuovere un tentativo di cessazione definitiva del fumo, seguendo o meno un programma assistito concordato.
  • L’azione di informare e promuovere un tentativo di cessazione definitiva del fumo dovrebbe essere ripetuta a ogni nuovo contatto con lo stesso paziente.
  • L’azione di informare e promuovere un tentativo di cessazione definitiva del fumo possono essere effettuate sia dal medico sia da ogni operatore sanitario non medico che interagisca col paziente in ambito clinico.
Le azioni di informare e promuovere un tentativo di cessazione definitiva del fumo devono essere considerate come un intervento attivo di trattamento del singolo paziente tabagista.

Informare

Ogni paziente tabagista che sia valutato nella pratica clinica deve ricevere una chiara informazione sul fumo considerato come: Inoltre, ogni paziente tabagista deve ricevere una chiara informazione sui benefici per la salute ottenibili con la cessazione del fumo: L’informazione deve essere personalizzata sulla base delle rilevazioni eseguite nel singolo paziente tabagista: L’obiettivo dell’azione di informare è quello di rendere consapevole il paziente sulla necessità di impegnarsi nella cessazione del fumo come atto terapeutico o intervento di cura dei propri disturbi o patologie fumo-correlati, e, di conseguenza, promuovere un tentativo di cessazione (o almeno di riduzione) del fumo che dovrebbe iniziare il prima possibile.

Promuovere un tentativo di cessazione definitiva del fumo

L’obiettivo è quello di incoraggiare il fumatore a compiere in ogni caso un tentativo di cessazione (o almeno di riduzione) del fumo, che il paziente può svolgere anche autonomamente se non interessato ad un programma assistito.
È necessario ottenere una chiara e sincera dichiarazione del paziente sull’effettivo impegno nella rinuncia al fumo, al fine di responsabilizzarlo nella propria decisione.
Si tratta di trovare un giusto equilibrio tra, da un lato, desistere dal proporre un tentativo di cessazione aspettando una migliore predisposizione del paziente e, dall’altro, assumere un atteggiamento eccessivamente impositivo, che potrebbe suscitare reazioni di rifiuto o inadeguatezza24. Il ruolo del sanitario deve essere quello di offrire aiuto nella cessazione del fumo e non quello di colpevolizzare il fumatore.
Nel caso il paziente fumatore sia ricoverato in ospedale, in considerazione della normativa vigente sul divieto di fumo nei luoghi pubblici, l’astensione dal fumo può configurarsi come una problematica clinica con possibile indicazione al trattamento farmacologico piuttosto che come una scelta personale.
Valutare la reale intenzione a smettere di fumare nel singolo paziente tabagista non è sempre agevole. Come spesso accade nel paziente BPCO-tabagista da anni, ad esempio, il fumatore può dichiarare di avere una sincera intenzione di smettere di fumare e, al tempo stesso, riconoscere di non avere una sufficiente "forza di volontà" per riuscirci, che lo induce a desistere dal provarci. E’ bene sottolineare che questo tipo di atteggiamento può nascondere un livello importante di dipendenza da fumo di tabacco, di cui il paziente tabagista non è consapevole. Anche in questi casi, pertanto, per promuovere la cessazione del fumo è utile porre le domande standard con l’obiettivo prioritario di accertare la sincera disponibilità del paziente tabagista a impegnarsi attivamente nello smettere di fumare avvalendosi degli aiuti che possono essere per lui immediatamente disponibili (ad esempio, seguire consigli per ridurre o evitare di fumare, attendere a visite/contatti prestabiliti in un programma di cessazione del fumo, assumere farmaci per la disassuefazione da nicotina).
Il livello 5 del percorso può comportare un impegno non trascurabile in termini sia di tempo sia di spazi. Nel paziente tabagista possono emergere problematiche più ampie che richiedono un inquadramento anche sotto il profilo psicologico o psichiatrico e che implicano un tempo maggiore da dedicare all’intervento, anche riferendo il paziente allo specialista.
Non è da trascurare anche il contesto o il luogo in cui viene a svolgersi il colloquio col fumatore. Ad esempio, una condizione sfavorevole è quella in cui il colloquio si svolge nel reparto di degenza, al letto del paziente, in presenza di molti sanitari (medici e infermieri) e del paziente vicino di letto. È ovvio che trovare un luogo riservato (ad esempio l’ambulatorio) dove affrontare con maggiore tranquillità il colloquio aumenta l’efficacia dell’intervento.
Per l’approccio motivazionale al paziente fumatore si rimanda alle raccomandazioni delle linee guida1-3.
Valutare un paziente tabagista come "poco motivato" o "poco preparato" a smettere di fumare non deve essere un freno a proporre un percorso per la cessazione del fumo. Ad esempio, i tentativi di smettere di fumare non pianificati (intrapresi perché favoriti da circostanze ambientali scatenanti) sono stati dimostrati avere una maggiore probabilità di successo a sei mesi in confronto a quelli pianificati nel tempo, anche tenendo in considerazione fattori confondenti25. In ambito clinico, questo tipo di "spinta occasionale" alla cessazione del fumo può accadere spesso, perché il paziente tabagista è obbligato a smettere di fumare, o a ridurre drasticamente i livelli di fumo, in occasione di malattie acute o di riacutizzazioni di malattie croniche24.
La gravità di qualunque malattia, inoltre, non può essere considerata come una giustificazione per rinunciare a impegnarsi nella cessazione o riduzione del fumo.
Ad esempio, è stato dimostrato che la cessazione del fumo, anche dopo la diagnosi di cancro polmonare in stadio iniziale, comporta un guadagno nella sopravvivenza26.
Il sanitario, medico e non medico, deve essere consapevole che nel paziente tabagista la cessazione del fumo assume una rilevanza clinica prioritaria ed è parte integrante dell’intervento terapeutico3, 27. Nel promuovere un tentativo di cessazione definitiva del fumo, pertanto, si raccomanda di incoraggiare il paziente tabagista ad intraprendere uno dei seguenti percorsi: oppure oppure

Strumenti

Gli strumenti raccomandati per informare e promuovere un tentativo di cessazione definitiva del fumo sono:

1. Domande standard

2.Opuscoli informativi

Qui segue l’elenco degli opuscoli informativi, da utilizzare preferibilmente fino al livello 5 del percorso:

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